Img: Jon Worth
In Giamaica, alle Bahamas e in altri paesi dei Caraibi (compresi alcuni stati nordamericani come la Carolina del Nord e la Florida), le feste natalizie sono rallegrate da divertenti, coloratissimi e sfrenati cortei danzanti: è il Jonkonnu (o Junkanoo).
Questo movimentatissimo spettacolo, più simile a un carnevale che a un festeggiamento natalizio, è di chiara derivazione africana, anche se non vi sono certezze storiche né sulla sua origine né sul significato del suo nome. Alcuni studiosi fanno risalire il termine Junkanoo a “gens inconnu”, che in francese significa “sconosciuti”, cioè “gente mascherata”, altri da termini indigeni o dal nome di uno schiavo africano.
Di sicuro la festa risale ai tempi della colonia, quando agli schiavi venivano dati tre giorni di riposo in occasione del Natale: un’occasione per organizzare danze con maschere coloratissime e molto elaborate, con le quali sfilare in corteo e passare di casa in casa.
In Giamaica questa usanza è testimoniata già nel ‘700 dal naturalista irlandese Sir Hans Sloane, che descrisse le maschere spaventose indossate dagli schiavi, raffiguranti mostri dalle lunghe corna.
Con l’abolizione della schiavitù in molti paesi è scomparsa anche l’abitudine dei festeggiamenti dello Junkanoo, che sono rimasti parte del folklore soprattutto alle Bahamas e in Giamaica, dove sono stati incorporati molti elementi indigeni e di derivazione europea, anche se i personaggi e i ritmi delle danze mantengono strette correlazioni con quelli di alcuni paesi dell’Africa occidentale.
Attrazione imperdibile per migliaia di turisti il Junkanoo Festival di Nassau, la capitale delle Bahamas, viene preparato con mesi di anticipo dalle centinaia di elementi (a volte fino a mille) che compongono le vivacissime esibizioni al suono di musiche ipnotiche che a partire dalle 2 di notte eseguiranno una cacofonia di tamburi, campanacci, fischietti e corni che accompagneranno i danzatori in splendidi costumi di carta coloratissima.
