Considerata il "cuore della nazione", Sucre è la più bella città della Bolivia. E' anche la capitale del paese. Qui infatti fu proclamata l'Indipendenza ed è a Sucre che la Costituzione riconosce il titolo di capitale legislativa della Bolivia, anche se La Paz è sede del governo e del Ministero del Tesoro.
Visitare Sucre è immergersi in un tesoro architettonico coloniale magnificamente conservato, tanto da meritare che l'Unesco nel 1991 proclamasse la città Patrimonio Mondiale dell'Umanità.
Grazie alla sua altitudine (mt. 2750) non eccessivamente elevata rispetto ad altre città boliviane (ricordiamo che La Paz è a 3660 mt e Potosì raggiunge i 4070 mt!) e al suo clima mite, Sucre si presta ad essere visitata con tranquillità, godendo della piacevolezza dei suoi edifici imbiancati a calce, che le hanno guadagnato la definizione di “città bianca” e dietro ai quali si nascondono deliziosi giardini, e della bellezza architettonica dei suoi palazzi più importanti e delle sue numerose chiese.
Dovendo limitare il soggiorno in Bolivia, Sucre è una destinazione imperdibile, che porrà solo l’imbarazzo della scelta tra le tante mete di interesse storico e culturale da raggiungere, però, rigorosamente a piedi, gustando lo spettacolo che la città offre ai visitatori.
Partendo dalla piazza 25 de Mayo, al centro della città, la prima visita va riservata alla Casa de la Libertad, un elegante edificio (bianco, naturalmente!) dove venne firmata la dichiarazione di indipendenza del paese in quella che all’epoca era una cappella dei Gesuiti, divenuta poi Salón de Independencia, dove ora si trova il prezioso documento. Dietro a quello che era il pulpito della cappella è esposto un ritratto di Simon Bolívar, l’eroe dell’indipendenza sudamericana, che lo definì come il più assomigliante che mai gli avessero fatto.
Tra le molte chiese di Sucre la più bella e interessante è sicuramente quella di Nuestra Señora de la Merced. Dall’esterno piuttosto anonimo, riserva la sorpresa di un interno con un altare barocco e un pulpito dalle influenze meticce (fusione di arte spagnola e indigena) impreziositi da filigrane e intarsi d’oro. La vera sorpresa però è l’altare dedicato alla morte della Vergine: un vero”palcoscenico”, dove al centro della pala d’altare scorrono lateralmente a mo’ di sipario due pannelli che svelano più arretrato il dipinto raffigurante la morte della Madonna.
Alla cultura indigena è riconosciuta grande dignità in Bolivia. Non mancano quindi interessanti musei che raccolgono le testimonianze delle tecniche ancestrali delle diverse popolazioni, come il Museo textil indígena, dove si possono vedere gli artigiani intenti al loro lavoro e il Museo de Etnografía y Folklore, imperdibile per conoscere la varietà delle etnie boliviane, con ricostruzioni della vita nei villaggi e una impressionante collezione di maschere.
Informazioni utili
Sucre è collegata con le principali destinazioni boliviane via terra e via aerea e si può visitare in maniera autonoma, data la facilità di orientamento.
La città offre una grande varietà di possibilità di alloggi e di locali per tutti i gusti e le possibilità economiche.
Provato personalmente l’Hotel Villa Antigua, in calle Calvo 237, a pochi minuti a piedi da Plaza 25 de Mayo, offre un ottimo rapporto prezzo-qualità, una struttura elegante, camere molto pulite e spaziose ed arredate con bei mobili di design e personale efficiente.
Altre informazioni sulla Bolivia e su Sucre si possono trovare sul sito ufficiale in spagnolo www.visitbolivia.org