Pensate che sia possibile passeggiare tra le iguane solo alle Galápagos? Niente affatto. A me è successo nel bel mezzo di una grande città, di più di tre milioni di abitanti: Guayaquil, il centro economico dell’Ecuador.
Partecipavo alla Fiera Internazionale del Turismo dell'Ecuador (FITE) e alloggiavo in un bell’albergo affacciato proprio sulla piazza della cattedrale. Per qualche giorno, presa com’ero dagli impegni di lavoro, non ho fatto caso al giardino centrale della piazza, ma poi ho cominciato a ricordarmi che quando qualcuno ne parlava, la chiamava “la piazza delle iguane”.
Così una mattina presto, avendo un po’ di tempo a disposizione, ho attraversato la strada e sono entrata nel giardino. Volevo proprio vedere se c’erano queste famose iguane. Mi aspettavo di trovarne al massimo un paio, sicura che al mio arrivo si sarebbero subito nascoste. Magari non le avrei neppure viste!
Invece eccone subito lì un paio, bellamente allungate al sole. Grandissime e con lunghe code. Si degnarono di guardarmi appena con quei loro occhi socchiusi, quasi chiedendosi perché mai andassi a disturbarle. Quando mi avvicinai non si spaventarono. Erano troppo abituate ad essere ammirate, fotografate, perfino prese in braccio, come vidi fare a una turista!
Passati i primi momenti di entusiasmo per potermi avvicinare così tanto a questi straordinari animali, mi venne voglia di dare un’occhiata al monumento di Simon Bolívar, al centro del giardino. Girandogli intorno per leggere le scritte ai quattro lati del grande piedestallo che reggeva la statua a cavallo del Libertador (su un lato è commemorato anche il suo famoso giuramento di Montesacro a Roma), ne vidi un’altra, sdraiata proprio sotto la targa che ricorda lo storico incontro tra due grandi libertadores, Simon Bolívar e il generale José de San Martín, che proprio a Guayaquil si incontrarono nel 1822.
“Guarda! Quante!”. Un’esclamazione eccitata alle mie spalle mi fece girare verso un grande albero. Vidi uno spettacolo incredibile: la pianta era letteralmente piena di iguane sdraiate sui rami, immobili e indifferenti al nostro entusiasmo. Neppure alle Galápagos ne ho viste così tante, così grandi e così da vicino.
Era una sensazione strana, di una vicinanza assolutamente naturale, potevo camminare fino quasi a toccarle con il piede. In quel caso, un po’ infastidite, si spostavano pigramente, di poco, quel tanto necessario ad evitare il contatto. Poi rimanevano ancora immobili, guardando il disturbatore con aria che pareva annoiata.
In effetti non deve essere facile subire tutti i giorni la fastidiosa ammirazione di strani esseri che si ostinano a tentare incontri ravvicinati e a scattare continuamente fotografie (magari col flash!).
Prima che me ne andassi, ecco arrivare saltellando un altro ospite del giardino: un bellissimo scoiattolo dalla lunga coda foltissima e dal musetto vivacissimo. Lo ammetto: m sono sentita un po’ infantile e molto turista, ma non ho proprio resistito alla tentazione di rincorrerlo per strappare qualche istantanea.
Ritornare bambini in compagnia di scoiattoli e iguane? In Ecuador si può.