Le barriere coralline al largo delle coste dell’Honduras stanno rapidamente morendo. Questo è l’allarme lanciato da una organizzazione non governativa, FORCE (acronimo inglese del nome “Futuro delle barriere coralline in un ambiente che cambia”) che nel settembre del 2011 ha tenuto un incontro internazionale su questo tema.
Particolarmente a rischio quelle dell’ Islas de la Bahía, un piccolo arcipelago honduregno, dove si è concentrata l’azione dell’Ong, integrata da ricercatori appartenenti a dieci paesi centroamericani, europei, statunitensi e australiani. Le cause sono da addebitarsi ai cambiamenti climatici ma anche, in maniera consistente, alla pesca indiscriminata e agli scarichi industriali.
Force sta sviluppando una decina di progetti per la protezione del corallo in quattro paesi della regione centroamericana e caraibica, avvalendosi delle competenze in diverse discipline di giovani ricercatori e specialisti non solo in scienze naturali. Affinché la salvaguardia degli ambienti marini sia veramente efficace è infatti necessario il coinvolgimento della popolazione, valutando le ricadute economiche e sociali dei provvedimenti necessari alla tutela delle barriere coralline, che sono fonte di sostentamento per i pescatori e per tutta quella parte di popolazione che lavora nel settore turistico, ma anche delle protezioni preziose contro i violenti fenomeni atmosferici, di cui attutiscono la forza.
Il lavoro di Force è improntato alla sperimentazione e pragmaticità e si basa sulla costante verifica della effettiva utilità delle soluzioni individuate dopo una prima fase di ricerca delle cause e di messa a punto degli strumenti di intervento.
Per maggiori informazioni sul lavoro di Force, vedi www.force-project.eu