Il nome completo di Salvador de Bahia, capitale dell’omonimo stato brasiliano di Bahia, è São Salvador da Bahia de Todos os Santos.”Di tutti i Santi”, una definizione che nelle intenzioni dei portoghesi che la fondarono non poteva certo prefigurare quella che sarebbe diventata la cultura della città. Una cultura profondamente intrisa degli elementi portati dagli schiavi africani, tanto forti da caratterizzare l’intera città, darle il suo colore e sapore attuale, così forte da renderla particolare anche in un paese multirazziale come il Brasile.
Salvador esprime questa sua caratteristica in ciò che resta del suo passato coloniale (la famosa piazza del Pelourinho altro non è che l’ultimo posto dove venne eretta la colonna alla quale venivano inflitte le punizioni pubbliche agli schiavi ribelli), nella sua musica, nel carnevale, nella sua gastronomia.
Una cultura anche religiosa, mantenuta viva dai numerosi terreiros dove si pratica il candomblé, il culto sincretico nato dalla sovrapposizione tra le entità spirituali africane e le figure dei santi cattolici, espediente che ha permesso agli schiavi, cui era vietato celebrare i propri culti, di conservarli e tramandarli.
A Salvador de Bahia il sincretismo religioso è tanto forte da essere presente anche nelle chiese cattoliche. O meglio, in una particolarissima chiesa cattolica, la Igreja de Nossa Senhora do Rosário dos Pretos (Nostra Signora del Rosario dei Negri), costruita nel ‘700 proprio nel centro della città, nel famoso Pelourinho.
Si tratta infatti di una chiesa costruita e riservata alla popolazione di colore, che all’epoca si organizzava in confraternite religiose con scopi anche di mutuo soccorso.
Iniziata nel 1704, venne definitivamente terminata solo alla fine dell’800, con l’aggiunta di nuovi altari in stile neoclassico e il rifacimento delle decorazioni interne, tra le quali spiccano gli azulejos (piastrelle decorate di maiolica) raffiguranti la devozione del Rosario, fabbricate a fine ‘700 in Portogallo.
Nella chiesa di una confraternita di negri non potevano mancare santi africani, come Santa Ifigenia e Sant’Antonio di Cartagerona.
Riservato agli schiavi neri era anche il cimitero annesso alla chiesa.
Ancora oggi la storia di questa chiesa e di chi l’ha fatta costruire è preservata nella liturgia, la cui musica si ispira a quella delle cerimonie del candomblé e nei festeggiamenti in onore di Iansà, spirito dei venti e delle tempeste, padrone del regno dei morti e associato a Santa Barbara, protettrice contro gli incendi.
Il 4 dicembre, per festeggiare Santa Barbara / Iansà alla Igreja de Nossa Senhora do Rosário dos Pretos concorrono moltissimi devoti, tutti uniti dal desiderio di rendere omaggio alla propria protettrice, sia essa la santa cattolica o lo spirito africano.
Come arrivare
La visita a Salvador de Bahia è inclusa nei programma di tutti i tour operators che lavorano con il Brasile e quindi è possibile prenotare il viaggio presso tutte le agenzie. Per una viaggio individuale, i biglietti aerei si possono trovare via internet, confrontando i prezzi di molte compagnie aeree.
Salvador è una meta molto richiesta dai turisti e vanta una grande offerta di soluzioni di alloggio.