“Fiore di pietra”, questo è il poetico nome delle grotte di Lol-Tún, nella penisola dello Yucatán, dovuto alle formazioni rocciose che ricordano corolle di fiori. Fra le più grandi di tutto il Messico, queste grotte, situate nelle vicinanze di Oxkutzcab a 110 km a sudest di Mérida , rivestono una grande importanza archeologica.
La regione dello Yucatán è ricca di cenotes, grandi pozzi naturali sotterranei, dove si raccoglieva l’acqua e che le popolazioni maya consideravano luoghi sacri, dove celebrare il culto a Chac, dio della pioggia.
Le grotte di Lol-Tún furono uno di questi luoghi di culto e gli archeologi hanno trovato testimonianza della loro frequentazione e del loro uso cultuale, documentato da pitture rupestri, vasi cerimoniali e piccole statue, che rappresentavano offerte rituali alla divinità.
Scendendo nelle grotte, aperte al pubblico per una lunghezza di circa un kilometro, si possono vedere oltre a resti di bisonti e felini, manufatti in pietra, conchiglie marine, petroglifi e pitture rupestri raffiguranti impronte di mani ed animali risalenti al periodo Preclassico (1500 a.C.-317 d.C.) e Classico (317 d.C.-987 d.C.) della cultura maya.
Al Preclassico risale il bassorilievo del Guerriero di Lol-Tún, che alcuni studiosi identificano come la divinità maya del mondo sotterraneo. Nella sala sono stati ritrovati anche alcuni metates, gli attrezzi in pietra utilizzati per macinare i chicchi di mais e che attestano come il luogo fosse abitato.
Molto più recenti i resti delle barricate innalzate dai ribelli maya che in queste grotte si erano rifugiati durante la Guerra delle Caste, condotta dagli indigeni contro i bianchi, i meticci ed i mulatti dal 18947 al 1915 (ben oltre la sua fine ufficiale nel 1901) e che insanguinò la parte nordorientale dello Yucatán, lasciando il terribile bilancio di oltre 250.000 morti.
Tra le sale più affascinanti delle grotte di Lol-Tún, il Cuarto de las Columnas Musicales è impreziosito da colonne (stalattiti e stalagmiti) che, se toccate, “suonano” con diverse tonalità come un gigantesco xilofono. Altrettanto affascinante è la Galería, la cui sommità aperta verso l'esterno lascia passare i raggi del sole che illuminano le radici sotterranee degli alberi che crescono in superficie.